Considerazioni molto personali sul lavoro nel mondo IT

Negli ultimi tempi sono stato coinvolto in una attività di recruitment mirata a reperire figure professionali nel mondo IT con skill particolarmente elevato, diciamo una figura di senior developer con conoscenze anche in ambito architetturale. Ho accettato con entusiasmo questa attività poichè ero curioso di capire se la preparazione universitaria in ambito informatico fosse sufficientemente in grado di reggere l’impatto con il mondo del lavoro e con la realtà di tutti i giorni (questo ovviamente per i laureati, ma lo stesso discorso può essere applicato anche per chi laureato non è).

E le sorprese non sono mancate.

Ecco, in sintesi, le mie considerazioni:

– Una laurea non è assolutamente garanzia di preparazione e competenza. Spesso i neolaureati, si “adagiano sugli allori”, pensando che il loro titolo di studio basti e avanzi, ma in realtà non è così, poichè i ritmi con cui si evolve la tecnologia sono talmente elevati che solo con una spiccata dose di passione e/o sacrificio è possibile essere aggiornati in modo almeno sufficiente;

– L’attività di senior developer o comunque qualsiasi attività prettamente tecnica spesso sono viste come attività “rognose” e molto impegnative, per cui le ambizioni dei candidati a volte si spostano verso ruoli di più alto livello, o comunque non a stretto contatto con la tecnologia (es. coordinatore di risorse o addirittura analista funzionale);

– I cv sono spesso gonfiati a sproposito. Per un appassionato non c’è nulla di male nell’inserire “ottima conoscenza teorica di …..” senza aver avuto la possibilità di mettere in pratica questa conoscenza. Diverso è inserire esperienze anche pluriennali senza alcuna valenza. Non è possibie sentirsi dire che non si sono mai utilizzate le caratteristiche più elementari del polimorfismo quando sul cv è scritto “pluriennale esperienza nella programmazione ad oggetti”, oppure “ottima conoscenza di ASP. NET” e poi non si sa a cosa serve il ViewState;

– L’atteggiamento del candidato durante una intervista non è spesso quello giusto da tenere in situazioni del genere, dove, a mio avviso, occorre mostrare soprattutto umiltà di fronte a ciò che si conosce e soprattutto di fronte a ciò che non si conosce;

Fortunatamente si incontrano anche persone appassionate di questo lavoro e competenti, che ripagano ampiamente gli sforzi effettuati.